Club Culturale La Viaccia

APERTURA DEL FESTIVAL PROVINCIALE DELL’ANPI

Complice un brusco abbassamento della temperatura, è cominciato un po’ in sordina il Festival provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani 2010, che quest’anno si svolge presso la Casa del Popolo di Bonelle.

La serata si è aperta con una cena a base di piatti della tradizione toscana: pasta e fagioli, zuppa di pane col cavolo e fagioli all’uccelletto con salsicce.

Ritemprato il corpo è seguito il recital delle nostre amiche Michela Bacci (voce) e Daniela Danelli (voce e chitarra), sempre presenti ogni volta che a Bonelle ci sono manifestazioni dedicate alla Resistenza.

Michela e Daniela si sono esibite nel loro repertorio con la consueta bravura, innata simpatia e comunicabilità partendo dai canti degli emigranti, quelli del lavoro e di lotta delle donne che si riunivano in Leghe, degli anarchici per ricordare Silvano Fedi ( comunista libertario al quale è intitolata la Sezione ANPI di Bonelle) e attraverso i canti della Resistenza giungere fino ai giorni nostri, terminando il concerto con la canzone di Luigi Tenco “E se ci diranno”.

Ogni brano musicale è stato preceduto da ampie parti recitate.

(Umberto Taddei)

 

 

25 aprile 2010

Nell’ambito dei festeggiamenti della Liberazione, inserita nel programma del Comune di Pistoia e del C.U.D.I.R. si è svolta la consueta biciclettata. La manifestazione, originariamente organizzata su proposta di Nicola Giudice, avallata dal consiglio del Circolo ARCI e fatta propria dalla Sezione ANPI “Silvano Fedi” di Bonelle, il 25 Aprile 2010, prendendo le mosse dal piazzale della Casa del popolo di Bonelle, i partecipanti hanno ripercorso la stessa strada che fece Silvano Fedi con i suoi compagni, arrivando fino a Montechiaro, davanti al Cippo che ricorda il capo partigiano della “Formazione franca”.

Questa giornata di primavera, particolarmente calda, sembra quasi farci rituffare in quell’estate sudata di sessantasei anni orsono quando Silvano, il 9 luglio del 1944, con i suoi compagni partigiani della formazione franca, pedalarono incontro al “destino” che catturò la sua giovane vita, assieme a quella di Giulietti detto “Il Genova”, elevandola al rango di icona, in quell’imboscata di tedeschi e fascisti.

L’iniziativa non deve intendersi come un rito fine a se stesso, ma un modo per non smarrire la memoria di quelle giornate e degli uomini che a caro prezzo ci restituirono la libertà; ma, anzi, tramandarla alle nuove generazioni perché ne facciano tesoro e non lascino cadere nell’oblio le nostre radici di uomini liberi, specialmente in questo tempo in cui tutto viene rimesso in discussione ed una nuova resistenza, senza armi, dovrebbe essere un imperativo.

Quest’anno la manifestazione si è rivelata ancor più bella del solito, perché arricchita di novità sostanziali. La cerimonia inizia con il discorso ufficiale del Presidente del consiglio comunale di Pistoia Marco Vettori, avvolto nella fascia tricolore, alla presenza, tra gli altri, del Sindaco di Serravalle pistoiese Renzo Mochi e dell’Assessore dello stesso comune Graziano Rafanelli.

Successivamente l’aria della campagna circostante risuona delle voci di Michela Bacci e Daniela Danelli con la sua chitarra, mentre l’atmosfera si arricchisce nel dipanarsi della musica popolare:canzoni anarchiche per ricordare il “Comunismo libertario” di Silvano Fedi, quelle per la pace e partigiane.

La musica si interrompe per cedere alle parole commosse e commoventi di Mario Polletti, figlio della partigiana Modesta Rossi (medaglia d’oro al valor militare alla memoria) uccisa a Solaia di Monte San Savino (Arezzo) il 26 giugno 1944. Modesta si rifiutò di dare informazioni a tedeschi e fascisti che, armati di mitra, cercavano suo marito Dario Polletti e altri partigiani. La giovane donna (madre di cinque figli) teneva in braccio il più piccolo di appena tredici mesi. Furono uccisi, lei e il figlioletto, a colpi di pugnale. Il corpo di Modesta, col bimbo ancora stretto al seno, fu poi trovato in una capanna data alle fiamme.

Sergio Bonacchi, coordinatore della Sezioni ANPI di Bonelle, (che si adoperò fortemente affinché il cippo fosse eretto proprio nei pressi dove Silvano e Giuseppe furono uccisi) e tre fanciulli, presenti alla cerimonia, depongono un mazzo di fiori ai piedi del Cippo; poi riprende la musica di Michela e Daniela.

Tra i vari brani che vengono proposti c’è anche quello che il gruppo “Casa Del Vento” ha scritto proprio per ricordare Modesta Rossi e un brivido percorre la schiena, notiamo dei lucciconi anche negli occhi dei bimbi e ciò riaccende speranze; a concludere “Bella ciao”, che coinvolge nel canto tutti i presenti, e l’emozione diventa palpabile!

Le biciclette con le donne, gli uomini e i bambini iniziano a ripercorrere il tragitto al contrario. È soprattutto a questi ultimi che ci affidiamo affinché il Cippo e la targa dei caduti per la libertà non si copra di muschio e oblio, e Silvano Fedi non sia solo il nome di una palestra, una piscina o del centralissimo corso.

di Stefano Gargini e Alessandro Bellini

 

 

ALLA FINE DELLA STRADA

(empatia)

di Stefano Gargini

Per circostanze ignote una grande fiamma di passione ed un anelito sublime avvolsero il mio cuore; lei era bella come una fresca serata d’estate, come un raggio di sole a formare riccioluti arcobaleni, come trecce confuse nel vento e nell’oro del grano, come un dolce volto di femmina solo immaginato, io l’amavo e la inseguii senza egoismo, senza possesso né gelosia per poterla donare a tutti quelli che la volevano e la desideravano, così come la volevo e desideravo io. Il suo nome era bellissimo e lo gridavo perché il vento lo spandesse in ogni dove, un nome non ancora abusato o gettato nell’oblio: Libertà!

A quel tempo ero un ragazzo pieno di sogni e la vicinanza di altri giovani sognatori moltiplicarono la fantasia e la sete per un mondo solo immaginato che non potevo delegare al caso, agli eventi del destino, per poterlo realizzare ed è perciò che imbracciai le armi contro l’invasore per costruire il sogno più sublime, quello di un mondo dove la regola principale dell’esistenza è la fratellanza e i rapporti umani fondati sulla solidarietà; un mondo condiviso dove ognuno è convinto sulla necessità della giustizia sociale e tutti si comportano di conseguenza. Dunque sogni irrinunciabili, testardi, ostinati, resistenti per combattere l’orrore dell’incubo dittatoriale con l’anima fresca, pura, e mitigata dalla parola: Compagno!

Avevo anche la dolce età dell’amore e la giovane donna si coricò con me su di un velluto d’erba per un incontro breve ed abbagliante, ma non capii che la selva aveva occhi e sentimenti d’odio ed un pomeriggio, carezzato dalla mano di borotalco di un’estate sudata, pedalai andando incontro al mio destino. Udii voci “straniere”, un crepitare di fuoco tutt’intorno e, mentre il petto di trina si ricamava di primule rosse, gettai l’ultimo sguardo al cielo di cristallo che vorticava frenetico come un velo muto di luce biancastra, e pensai: “Io sto morendo ma non i miei sogni, nemmeno i potenti e i tiranni potranno estirparli perché volano nell’aria ed è impossibile imprigionare o uccidere il vento…”poi tremai leggero in un volteggio stanco, come rossa foglia d’autunno che plana lentamente al suolo inchinandosi al bacio della terra. Accanto una clessidra svuotava i suoi granelli e mi chiesi: “Ma ne valeva proprio la pena se i giorni più belli della mia vita mai li vivrò?” Guardai ancora la volta del cielo che spengeva il suo colore, pensai che i canti dei grilli non avrebbero più riempito l’oscurità delle mie notti e capii che l’indomani, di me, sarebbero rimasti solo i panni da lavare ed io, da un’altra parte, senza poter udire le grida di Vittoria!

Avrei voluto sciogliere parole ma il vento freddo nella bocca non mi lasciava urlare, percepii solo il contrarsi delle mie labbra smorte aprirsi spontaneamente in un sorriso: “Si, ne valeva la pena”, poi, un ultimo lampo nello sguardo….!

Dalla rivista “Ombrone” edita da Paolo Tesi

UNA NUOVA STAGIONE PER L’A.N.P.I.

(Associazione Partigiani Italiani)

Il giorno sabato 14 novembre, alle ore 9,00, presso il Circolo ARCI di Bonelle, si terrà la Conferenza provinciale di organizzazione dell’A.N.P.I.

Data l’importanza dell’Assise si invitano tutti gli iscritti ed i simpatizzanti a partecipare per rinnovare e dare nuovo slancio a questa Associazione, per la difesa della nostra Costituzione e dei valori, sempre più a rischio, che hanno caratterizzato la nostra Società sulla base insopprimibile dell’antifascismo, e far si che le nuove generazioni non cedano all’oblio ma mantengano salde queste radici che sono il fondamento della democrazia.

PARTECIPATE NUMEROSI

 

UNA NUOVA STAGIONE PER L’A.N.P.I.

(Associazione Partigiani Italiani)

 

Il giorno venerdì 23 ottobre, alle ore 21, presso il Circolo ARCI di Bonelle, si terrà la riunione della Sezione A.N.P.I. “Silvano Fedi” di Bonelle in preparazione della Conferenza provinciale di organizzazione.

Data l’importanza dell’Assise si invitano tutti gli iscritti ed i simpatizzanti a partecipare per dare un nuovo assetto alla nostra Sezione ed eleggere i delegati che ci rappresenteranno alla prossima Conferenza provinciale di Organizzazione che si terrà il 14 novembre 2009.

 

GIOVEDÌ10 SETTEMBRE 2009

Alle ore 21 nei locali del Circolo ARCI di Bonelle

verrà presentato il libro: QUEL GIORNO DI INIZIO ESTATE”

è un bellissimo libro che si propone di non far perdere la memoria di ciò che è stata la lotta partigiana nella nostra regione toscana e per ricordare i martiri che hanno permesso la vittoria sul nazi-fascismo. Verrà, inoltre, proiettato un cortometraggio dal titolo: 29 GIUGNO 1944, girato da Alessandro Tosi con il montaggio di Marco Bartolomei, e che riprende i luoghi dove avvennero le stragi nazi-fasciste.

Alla manifestazione saranno presenti l’autore del volume Mauro Meschini e i figli di Modesta Rossi (una delle vittime) Mario, Giovanni, Silvano e Gualtiero Polletti. Alla presentazione sono invitate tutte le autorità civili e politiche della nostra provincia.

L’evento si riferisce al giorno del 29 giugno 1944, quando durante la tempesta di sangue e fuoco che devastò alcune zone della provincia di Arezzo situate nei comuni di Bucine e Civitella in Val di Chiana, persero la vita 244 persone, e non si fa differenza tra uomini, donne e bambini. Modesta Rossi, mamma e partigiana, e suo figlio Gloriano furono uccisi quel giorno.

Dopo sessantacinque anni un processo ha fatto chiarezza sulle responsabilità dei nazisti tedeschi e dei fascisti italiani ed è stata finalmente emessa una sentenza di condanna per l’unico militare tedesco ancora in vita e per la Repubblica Federale di Germania.

CHI ERA MODESTA ROSSI

Nata a Bucine (Arezzo) nel 1914, uccisa a Solaia di Monte San Savino (Arezzo) il 26 giugno 1944, contadina, Medaglia d’oro al Valor militare alla memoria.

Edoardo Succhielli (Renzino) – comandante della formazione partigiana nella quale operava Dario Polletti, marito di Modesta – in un libro sulla Resistenza tra l’Arno e la Chiana, pubblicato nel 1979, parla così della giovane contadina: Al primo posto dovrei collocare la nostra contadina, cuoca animatrice, staffetta, portatrice di armi e di sorrisi“.
Modesta Rossi, nonostante fosse madre di cinque figli piccoli (il maggiore aveva sette anni), si era dedicata con tutto il suo impegno alla Resistenza, quando il marito aveva raggiunto i partigiani. Nel giugno del 1944, quando i tedeschi scatenarono feroci rastrellamenti in Val di Chiana, giunsero anche – forse indirizzati da un delatore – alla casa dei Polletti. Sorpresa nella sua abitazione mentre accudiva ai bambini, Modesta rifiutò di dare informazioni ai rastrellatori che, armati di mitra, cercavano il marito e altri partigiani.
La giovane donna teneva in braccio il bambino più piccolo, di tredici mesi. Furono uccisi, lei e il figlioletto, a colpi di pugnale. Il corpo di Modesta, col bimbo ancora stretto al seno, fu poi ritrovato, con quelli di altre quattro vittime, in una capanna data alle fiamme.

 

Circolo Ricreativo ARCI – Sezione ANPI

Polisportiva – Club CulturaleLa ViacciaBonelle

mercoledì 22 aprile 2009 alle ore 21

presso la

CASA DEL POPOLO DI BONELLE

Verrà presentatoli numero della Rivista Ombrone, edita da Paolo Tesi,

dedicata alla figura del partigiano Silvano Fedi

 

A.N.P.I. BONELLE E SILVANO FEDI

Silvano Fedi è da considerarsi il Partigiano più popolare fra i pistoiesi, dopo la sua uccisione fu insignito solamente della medaglia d’argento della “Resistenza”, ricompensata però dai suoi concittadini che gli intitolarono una scuola, una polisportiva, una piscina, il centralissimo Corso e, soprattutto, sulle pendici della collina di Montechiaro, dove cadde assieme a Giulietti detto “Il Genova”, di fronte ad una lapide collocata nel dopoguerra, fu fatto svettare il Cippo di Umberto Bovi realizzato nel 1979 con una sottoscrizione pubblica promossa da un Comitato voluto dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani di Bonelle.

Silvano Fedi era nato il 25 aprile 1920, ed era ancora studente al Liceo Classico Forteguerri quando maturò l’idea di una umanità affrancata dal bisogno ed un mondo “senza frontiere”. Con questo ideale si oppose con tutte le sue forze al fascismo ed è per ciò che subì un duro pestaggio da parte di alcuni suoi compagni di scuola che erano accesi fascisti. Ed è proprio a causa di una spiata, proveniente dall’interno dello stesso Liceo Forteguerri che il 12 ottobre 1939, a soli diciannove anni, fu arrestato assieme a Carlo Giovannelli, Giovanni La Loggia e Fabio Fondi. Il tribunale speciale fascista lo condannò, sulla base delle sue idee politiche (reato di opinione) ad un anno di detenzione.

Uscito di carcere si gettò nuovamente nella lotta al fascismo!

Dopo l’armistizio Silvano Fedi, nell’ottobre del 1943, formò la formazione partigiana denominata “Squadre Franche Libertarie”, composta inizialmente da una cinquantina di uomini. La Banda Partigiana scelse si muoversi sul terreno della città e della campagna pistoiese, dove era più realistico potersi rifornire di armi e munizioni. Le prime azioni a tale scopo furono compiute, con soli cinque uomini (Danilo Betti, Marcello Capecchi, Brunello Biagini, Giulio Vannucchi e Santino Pratesi) assaltando per ben tre volte consecutive la Fortezza di Santa Barbara, prelevando una grande quantità di armi e munizioni che servirono per un ulteriore attacco alla Fortezza, assaltare la Questura repubblichina di Piazza San Leone, ed infine il Carcere delle Ville Sbertoli liberando cinquantaquattro prigionieri fra i quali due ebrei, incarcerati per motivi razziali, e tre donne.

Dobbiamo affermare che Silvano Fedi, coerentemente con le sue idee, non aderì al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) ed era sua intenzione proseguire la lotta armata, per un mondo nuovo, anche dopo l’arrivo degli Angloamericani; quindi uomo animato da grandi ideali anche se difficilmente realizzabili.

Il suo sogno venne interrotto il 29 luglio 1944 quando, in circostanze misteriose, nel luogo di Montechiaro, nei pressi della Croce di Vinacciano, cadde in un’imboscata tesagli dai tedeschi e morì assieme al compagno Giulietti durante il conflitto a fuoco; l’altro compagno presente sul luogo dell’agguato, Marcello Capecchi, sebbene ferito, riuscì fortunosamente a salvarsi.

Alla sua uccisione la “Brigata Franca Libertaria” cambiò in “Brigata Silvano Fedi” ed è con questa denominazione che la formazione giungerà alla liberazione di Pistoia (8 settembre 1944) dopo aver occupato, in seguito a duri scontri con i tedeschi e varie perdite: Vinci, Lamporecchio e Casalguidi.